Nell’arte corale che è il cinema, il produttore è forse l’orchestratore principe, che dà il via a tutta la complessa (e spesso invisibile) macchina dei sogni che sta dietro ogni film. Il produttore si occupa dei costi di produzione, cerca e gestisce i finanziamenti necessari alla realizzazione dell’opera, sceglie il regista, è coinvolto nella selezione del cast e molto altro ancora.
La storia di Dino De Laurentiis (all’anagrafe Agostino), nato a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, nel 1919, è la storia di un vero self made man, cresciuto per strada vendendo gli spaghetti prodotti dal piccolo pastificio del padre. Si immaginava una carriera di attore, ma dopo le prime esperienze capisce che il suo vero ruolo è dietro la macchina da presa. Produce il primo film nel 1940 ( è “L’ultimo combattimento” di Piero Ballerini). Per quasi 20 anni, fino al trasferimento negli USA, lavorerà a fianco del fratello Luigi.
In Italia produce film come “Riso amaro” (1948) di Giuseppe De Santis, “Napoli milionaria” (1950) di Eduardo De Filippo, “Miseria e nobiltà” (1954) di Mario Mattoli e “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli, con Alberto Sordi e Vittorio Gassman, Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
Nel 1948, con l’amico Carlo Ponti, si dedica alla ristrutturazione di alcuni stabilimenti: la Ponti-De Laurentiis avrà così studi propri a disposizione. Uno dei primi successi prodotti dalla nuova etichetta è “Guardie e ladri” (1951), di Steno e Monicelli, poi “Totò a colori” (1952), il primo film a colori mai realizzato in Italia, di Steno. La consacrazione definitiva arriva con “La strada” (1954) e “Le notti di Cabiria” (1957) di Fellini, che vinceranno entrambi l’Oscar per il miglior film straniero. Costruisce dei nuovi teatri di posa, sempre nei dintorni di Roma, chiamati Dinocittà, dove si girano film con star hollywoodiane come “Guerra e pace” (1956) di King Vidor con Henry Fonda e Audrey Hepburn e “La Bibbia” (1966) di John Huston con George C. Scott e Ava Gardner.
Da sempre sostenitore della internazionalità del cinema, nel 1972 decide di trasferirsi negli Stati Uniti, dove fonderà la De Laurentiis Entertainment Group.
In America continua a produrre grandi successi, alternando trionfi commerciali a film osannati dalla critica: tra i maggiori “Serpico” (1973) di Sidney Lumet, “I tre giorni del condor” (1975) di Sydney Pollack, “Ragtime” di Miloš Forman (1981), “Conan il barbaro” (1982) di John Milius e alcuni remake come “King Kong “(1976) o “Il Bounty” (1984) con Mel Gibson. C’è la sua firma come produttore anche per “Velluto blu” di David Lynch e “Manhunter” di Michael Mann, entrambi del 1986, e “Hannibal” di Ridley Scott, del 2001.
Nel 2003 riceverà a Venezia il Leone d’Oro alla carriera, mentre nel 2001 aveva ricevuto l’Oscar alla carriera.
Muore a Beverly Hills nel 2010, a 91 anni.
Nella foto Dino De Laurentiis con Vittorio Gassman e Alberto Sordi.