Al cinema Fulgor, luogo felliniano per eccellenza, La Settima Arte – Cinema e Industria presenta in anteprima un progetto del Comune di Rimini per il Centenario di Federico Fellini: 5 tavole originali disegnate da alcuni tra i più talentuosi artisti italiani (Igort direttore di Linus, Giorgio Carpinteri, Grazia La Padula, Leila Marzocchi, Andrea Serio) ispirate al cinema del regista riminese.
Il progetto nasce dall’idea di reinterpretare le locandine di alcuni film di Fellini, come omaggio evocativo e gioioso a uno dei più grandi artisti del ‘900 e al suo amore per il disegno ed in particolare per il fumetto, linguaggio che entrerà prepotentemente nel suo processo creativo, influenzando gran parte dei suoi film.
La passione di Fellini per il fumetto, infatti, si perde nei vividi ricordi dell’infanzia riminese. È il primo contatto con un mondo immaginato che si esprimeva con le matite, con le penne, con i colori, qualcosa che non aveva a che fare con la scuola, con la chiesa, con la famiglia.
Il fumetto, quindi, rappresenta nella psicologia e nell’immaginazione del Maestro riminese in primis, e più in generale di intere generazioni a venire, il contatto con la fantasia, il sorriso, l’allegria.
Fellini ha continuato a disegnare per tutta la vita: per fissare i caratteri di un personaggio, per abbozzare i lineamenti di una scenografia, per istruire i collaboratori. Ma anche soltanto per divertimento, per il puro piacere di esprimere la propria debordante fantasia, per il gusto di esplorare in modo immediato, libero, gioioso le zone più misteriose e profonde della propria psiche.
“Quel suo modo di raccontare storto, fatto di libere associazioni, di giochi poetici, di pernacchie e visioni celesti – ricorda Igort – mi è sempre stato vicino, anche quando crescendo sarei diventato un rompiballe, uno di quelli che il fumetto lo smontava e lo rimontava alla maniera cubista. L’epoca del gruppo Valvoline, primissimi anni Ottanta, quando con altri autori ci muovevamo come un collettivo delle avanguardie storiche sulle pagine di “Linus”, “Alter”, “Frigidaire”, era anche questa, per me, benedetta dal metodo felliniano che privilegiava l’accidente narrativo alla linearità, l’incursione poetica alla solidità quadrata da scuola di sceneggiatura”.
“La Strada, del 1954, fu il primo film di Fellini a valergli fama internazionale – aggiunge Leila Marzocchi – La narrazione ha come sfondo il passaggio verso la modernità di un’Italia ingenua e contadina: un accerchiamento culturale aggressivo, narrato nelle immagini di periferie desolate in cui si muovono i personaggi, chiusi nel proprio mondo poetico e nelle proprie difficoltà materiali, inconsapevoli del fatto che il loro mondo sta per essere cancellato. È proprio il tramonto di questo mondo, di cui lo spettatore è consapevole, ma che i personaggi ignorano, a dare alla pellicola il suo carattere di malinconia lancinante. Nel creare l’immagine della locandina mi sono concentrata sul carattere dei personaggi principali: l’ingenuità disarmante di Gelsomina, la brutalità sorda di Zampanò e la levità angelica e giocosa del Matto”.
Al termine Igort ha incontrato il pubblico al cinema Fulgor prima della proiezione di 5 è il numero perfetto, film da lui diretto nel 2019 e interpretato da Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso. Il film ha ottenuto, fra i molti riconoscimenti, il David di Donatello 2020 e il Nastro d’Argento 2020 per la migliore attrice non protagonista, Valeria Golino.